Smart City più sicure con le nuove tecnologie e le telecamere di rete intelligenti
Diversi fattori tra loro convergenti, quali il crescente bisogno di sicurezza urbana, l’esigenza di una maggiore fruibilità di servizi pubblici e di diffusione delle informazioni, nonché l’attenzione sempre maggiore rivolta al risparmio energetico e all’ambiente, hanno spinto le grandi aree metropolitane di tutto il mondo a ripensare la modalità attraverso cui gestire la sicurezza di ogni cittadino secondo i più moderni canoni della Smart City.
Oggi una città a misura d’uomo, più sicura, con una comunicazione efficace, un turismo florido e un’aria più salubre non può prescindere dall’uso combinato delle moderne tecnologie che assieme rientrano nella definizione concreta del concetto di Smart City.
La città intelligente, intesa come tale, è un progetto urbanistico in grado di connettere tecnologia e capitale umano capace di rendere più sostenibile l’ambiente in cui viviamo migliorando la vita dei cittadini, riducendo al tempo stesso l’impatto ambientale dello sviluppo e rendendo più accessibili i servizi.
La sicurezza urbana è da sempre stato un argomento molto controverso e ampiamente dibattuto che riguarda la gestione delle città. Oggi la prevenzione delle nuove forme di crimine richiede un controllo sempre più capillare del territorio, imponendo alle amministrazioni locali costi rilevanti a cui si sommano i continui tagli alle forze dell’ordine, mettendo in crisi la capacità di monitoraggio della sicurezza dei cittadini. Se poi consideriamo le frequenti catastrofi naturali che affliggono il nostro paese, e l’accentuata instabilità politica sul territorio (sia nazionale che estero) da cui scaturiscono nuovi rischi ambientali e terroristici, si manifesta sempre più l’esigenza di avere una maggiore capacità non solo di prevedere e prevenire ma soprattutto reagire tempestivamente alle potenziali situazioni di crisi. In tutti questi aspetti le tecnologie più moderne svolgono un ruolo di fattore abilitante fondamentale se usate con intelligenza e lungimiranza.
Il principio guida alla base di qualsiasi Smart City usa l’innovazione per migliorare la qualità della vita delle persone con il fine di accrescere il loro benessere equo e sostenibile favorendo nel contempo la nascita e il consolidamento di una comunità destinata a crescere sempre più nell’immediato futuro.
Sotto il profilo della sicurezza anticrimine, se da un lato le città del futuro hanno la possibilità di sfruttare nuove soluzioni tecnologiche sempre più intelligenti, dall’altro, il più delle volte il loro pieno utilizzo si trova ad essere limitato da infrastrutture di comunicazione poco efficienti accompagnate da una visione “miope” da parte delle Pubbliche Amministrazioni. Queste ultime dovrebbero cambiare il modo di considerare e progettare la sicurezza dei propri cittadini passando dalla cultura dell’emergenza a quella della prevenzione, senza trovarsi a dover intervenire impreparati e all’ultimo minuto per provare a salvare il possibile.
Gli investimenti della pubblica amministrazione dovrebbero essere mirati ad un effettivo miglioramento della sicurezza anziché migliorarne semplicemente la percezione comune. Di contro i professionisti della sicurezza hanno un ruolo altrettanto importante che non può semplicemente limitarsi a quello di comparsa, poiché sono chiamati in prima linea col ruolo di autentici artefici del cambiamento. Sono proprio le aziende di settore che investono maggiormente in ricerca e sviluppo (R&S) ad essere le maggiori candidate nel proporre e suggerire soluzioni ancor più sostenibili ed efficaci.
Ciò che ancora oggi manca è la cultura e la concretezza per far in modo che il tema Smart City sia attuabile anche nel nostro paese, senza che questa rimanga solamente un’idealizzazione di un concetto futuristico pressoché irraggiungibile. Più nel concreto, nelle nostre comunità bisogna realizzare progetti in cui mettendo al centro le persone si riesca ad interpretare le loro percezioni in merito a come si sentano protetti all’interno del contesto in cui vivono. Per esempio sarebbe necessario andare oltre i tipici messaggi della protezione civile e le allerte meteo, favorendo invece la cultura della prevenzione e della sicurezza.
Considerato che i problemi che interessano le grandi città sono in scala gli stessi delle piccole comunità ma con esigenze diverse, è proprio a partire da ciò che la tecnologia da adoperare per contrastare il crimine deve essere adattata al meglio alle specifiche esigenze di un mondo criminale in continua evoluzione.
Nelle Smart City la sicurezza è un bene fondamentale e primario poiché alla base della coesione sociale, proprio per questo una città intelligente deve essere considerata un luogo sicuro. Per questa ragione la tecnologia deve non solo coinvolgere attivamente anche i cittadini, ma anche agevolare gli interventi delle Forze dell’Ordine.
Attualmente le diverse migliaia di telecamere che sorvegliano di continuo le nostre città supportano il servizio d’ordine pubblico in modo poco ottimale ed efficiente poiché la maggior parte delle volte non sono interconnesse ad un unico centro servizi, limitandosi a delle semplici registrazioni difficili anche da consultare. Da qui la necessità di ricondurre la sicurezza di una città non tanto all’esplosione numerica delle telecamere installate, quanto al privilegiare la loro integrazione, la gestione e l’analisi delle immagini a favore dell’impiego più efficace delle nuove tecnologie. In un contesto di continua crescita della popolazione è naturale aspettarsi anche un aumento del crimine direttamente proporzionale alla relativa densità. Crimine che nelle città intelligenti sarà sempre più evoluto e che spingerà le Forze dell’Ordine ad essere sempre pronte e più preparate nel garantire la sicurezza anche a fronte dei nuovi scenari molti dei quali imprevedibili.
In quest’ottica, il ruolo della moderna videosorveglianza è emblematica viste le potenzialità di un simile strumento. Per migliorare la sicurezza di una città, contrastando i crimini e assicurando l’ordine pubblico, bisogna intervenire in modo capillare partendo dal basso, ovvero dalle strade, utilizzando le telecamere di rete (o più comunemente telecamere IP o Network Camere) come strumento di prevenzione e di indagine sui reati commessi.
La videosorveglianza cittadina oltre ad essere uno strumento vero e proprio per garantire la sicurezza, aiuta le persone a sentirsi più sicure a casa loro, proteggendo le strutture e le in frastrutture più critiche da minacce ambientali e criminali. Negli anni l’evoluzione della videosorveglianza ha potenziato il valore di tale tecnologia migliorando non solo nel fronte della sicurezza ma anche in quello del “Decision Support System”, offrendo nuovi strumenti a supporto della pianificazione degli interventi immediati ed in tempo reale.
Grazie alle nuove modalità di visione, tipologie di registrazione e di connessione, la video sorveglianza di ultima generazione (molte volte definita col termine videosorveglianza 2.0), è largamente apprezzata in ogni ambito della sicurezza delle persone e delle cose. Il fulcro di tale evoluzione è intrinseco nell’utilizzo delle telecamere di rete che unitamente ad una migliore gestione delle informazioni associate alle immagini con un maggiore livello di dettaglio e di analisi diventa uno strumento fortemente strategico se applicato nell’ottica dei “Big Data”.
I più moderni sistemi di ripresa IP integrati con una nuova intelligenza applicativa, potenziano ancor più il valore della videosorveglianza. Le telecamere di rete più moderne, infatti, sono da considerarsi dei veri e propri sensori hi-tech capaci non solo di catturare immagini ad una qualità superiore, ma anche di integrare al proprio interno degli algoritmi di analisi che oggi rappresentano un tassello fondamentale della moderna tecnologia definita con l’Internet of Things (IoT) intesa come elemento basilare su cui poggia l’intero concetto di Smart City.
Quando si parla di IoT ci si riferisce ad oggetti intelligenti (ovvero capaci di avere una capacità di elaborare i dati internamente) interconnessi tra loro, meglio identificati come un nodo di una rete tipicamente ethernet. Facendo leva su queste nuove tecnologie è possibile incrementare la qualità dei servizi associati alle attività di monitoraggio e di controllo, introducendo una nuova capacità di identificazione e tracciabilità delle informazioni atte a favorire uno sviluppo sempre più virtuoso delle Smart City.
Da quando i sistemi di videosorveglianza fanno di internet un elemento strutturare è stato possibile acquisire sempre più informazioni interpretabili con un orizzonte di comprensione contestuale più ampio che spazia dal miglioramento del flusso del traffico al sostegno dei servizi on-demand. Secondo i più noti analisti del settore risulta che se siamo ancora all’inizio di uno sviluppo massivo che caratterizzerà un mercato delle videosorveglianza sempre più dinamico ed in continua evoluzione. In Italia l’ANIE Sicurezza stima per il 2016 un giro d’affari pari a 19,4 miliardi di dollari per il mercato che comprende: telecamere, software di gestione video, DVR (Digital Video Recorder), NVR (Network Video Recorder) e storage.
Per creare una città intelligente del futuro non bastano solo le telecamere intelligenti se queste non sono dovutamente interconnesse tra loro in modo efficace al fine di convergere in una piattaforma operativa centralizzata in cui processare tutte le informazioni acquisiste in campo. E’ pertanto essenziale, se non fondamentale, che i dati registrati vengano analizzati e trasformati in informazioni interattive che sappiano coinvolgere appieno non solo le istituzioni pubbliche ma anche i cittadini chiamati ad essere parte attiva dell’ecosistema intelligente della città. La carenza di infrastrutture di rete purtroppo ancora oggi rappresenta uno dei punti deboli del nostro Paese
Grazie ai moderni smartphone e tablet tutti i cittadini e turisti, definibili col termine “Smart”, potranno interagire con le istituzioni fornendo informazioni preziose in tempo reale relative allo stato di sicurezza e alla gestione della città. In questo modo le amministrazioni locali potranno estendere la loro rete di sensori in modo dinamico e distribuito a costo zero, avendo uno strumento in più per essere informate in anticipo in merito a tutte le possibili allerte, ponendo al tempo stesso i cittadini al centro della città intelligente. Si tratta di una svolta epocale, perché decentralizzando l’intelligenza si può ridurre il carico di lavoro dei sistemi centrali, ma anche il traffico, con vantaggi facilmente intuibili. Infatti è solamente attraverso una piattaforma di collaborazione comune che tutti i diversi device potranno dialogare tra loro, moltiplicando così le opportunità e i vantaggi per tutti i cittadini che devono diventare sempre più “Smart”. E’ possibile pertanto prevedere uno scenario di collaborazione in cui sono sempre più coinvolti i social media, che vedono i cittadini trasformarsi da semplici fruitori ad autentici fornitori di informazioni rivelandosi utili per altre persone presenti nella medesima area metropolitana. In questo modo, è possibile superare tutte le problematiche legate alla mancanza di connessione che spesso rappresentano uno dei principali limiti a un reale sviluppo delle Smart City e al potenziamento dei sistemi di sicurezza già esistenti.
Solo partendo da una base sociale di coesione e partecipazione comune è possibile sfruttare al meglio i sensori, la piattaforma e le applicazioni che caratterizzeranno le nostre città.
Solo a partire da un’attenta analisi contestuale e storica dei dati sarà possibile attivare nuove applicazioni sempre più intelligenti per la città, come la gestione ottimizzata dell’energia, del traffico, del rumore e della sicurezza.
Le telecamere di rete racchiudono in se delle grandi potenzialità ancora oggi non molto sfruttate. Essendo dei veri e propri computer embedded, tipicamente con sistema operativo Linux, è possibile realizzare al loro interno applicazioni molto complesse e completamente innovative capaci di interagire con altri sensori esterni ed algoritmi che permettono ad esempio la gestione ottimale dell’illuminazione pubblica in base alle esigenze di illuminazione reali a favore della riduzione del consumo di energia elettrica. Proprio per questo motivo le telecamere di rete costituiranno la spina dorsale dell’internet delle cose cittadina, a condizione che siano progettate per una facile integrazione e con un’architettura aperta e scalabile.
Se da un lato la tecnologia è pienamente matura dall’altro si riscontra che gli installatori non sono ancora sufficientemente preparati in termini di “Intelligent Content Management” legato all’uso della videosorveglianza di nuova generazione dove la security non si limita semplicemente al controllo e monitoraggio di ambienti ma si riferisce soprattutto all’analisi dei comportamenti per definire migliori servizi di supporto ai cittadini.
Gli installatori che in un prossimo futuro non si aggiorneranno o adegueranno alle nuove tecnologie rischieranno di perdere competitività in un mercato fiorente caratterizzato da un’elevata dinamicità.
Secondo l’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano, in Italia, l’attenzione dei consumatori a questo tema cresce: quasi il 50% dei proprietari di casa dichiara di essere intenzionato ad acquistare prodotti dalla videosorveglianza caratterizzati da una nuova sensoristica integrata. Il 65% degli utenti, preferirebbe gestire in modo integrato gli oggetti intelligenti. Dal momento che l’87% delle soluzioni censite nel rapporto risultano verticali e non integrabili tra di loro e tanto meno con prodotti di altri fornitori: agli installatori è richiesta una maggiore capacità d’integrazione dei vari prodotti e sistemi.
Gli installatori che non faranno un salto di qualità in questa direzione, diventando dei veri e propri System Integrator, resteranno indietro e verranno superati dai loro colleghi più competenti che meglio si saranno adattati alla continua metamorfosi che investe la pluralità di nuove tecnologie a supporto non solo delle Smart City ma anche dello Smart Building e della Smart Home.
Nell’immediato futuro le telecamere di rete intelligenti avranno un ruolo fondamentale nella definizione di una piattaforma aperta per lo sviluppo di nuove applicazioni nel contesto Smart City. Occorrerà lavorare duramente nel mettere a punto a livello normativo la standardizzazione della piattaforma di comunicazione tra i vari sistemi.
La nuova frontiera della videosorveglianza sarà il “Data Enrichment”, ovvero la capacità di migliorare i dati grezzi acquisiti dalle telecamere superando tutte le limitazioni in cui i dati raccolti vengano semplicemente salvati, senza che questi possano essere utilizzati per scopi pratici. Il futuro di questo settore non può prescindere da città intelligenti capaci di mettere in correlazione infrastrutture diverse e tra loro eterogenee facendo leva sulla raccolta ed analisi dei cosiddetti Big Data. In tale scenario, la videosorveglianza può giocare un ruolo importante, che non si limita a trasmettere l’allarme o l’immagine, ma crea una base di dati davvero utile per migliorare la vivibilità di una città.
Partendo dalla sicurezza urbana, passando per le moderne tecnologie IoT e Big Data, le Smart City possono davvero contribuire a creare un contesto sempre più piacevole e sicuro per i cittadini.
Le tecnologie esistono già: la sorveglianza cittadina con opportuni e mirati investimenti per la videosorveglianza è un mercato sempre più aperto e dinamico, ma occorre aumentare la consapevolezza e competenza degli amministratori in merito alle potenzialità offerte dalla tecnologia stessa. In fin dei conti una città può essere considerata “intelligente” solo se si mostra tale assieme a chi l’amministra.
A cura di: Cristian Randieri, PhD