L’innovazione secondo Axis – dalle Smart City alle infrastrutture critiche, passando per il retail
Nel corso dell’evento “The Axis Way”, tenutosi a Milano il 21 settembre scorso, abbiamo avuto il piacere di incontrare diversi rappresentanti dell’azienda che ci hanno illustrato le peculiarità di Axis, il posizionamento sul mercato e le sfide che sono pronti a raccogliere per essere sempre più competitivi.
La nostra giornata è iniziata in compagnia di Andrea Monteleone, National Sales Manager Italy. Monteleone ci ha anticipato che, pur essendo azienda leader tra i vendor, Axis sta ampliando il proprio orizzonte proponendosi “come fornitore di soluzioni e non più solo di prodotti”; e se questo sta avvenendo a livello globale, per quanto riguarda più specificatamente quello nostrano, la tendenza è quella di assecondare le richieste principali “ovvero le soluzioni perimetrali in tutte le sue declinazioni, in tutto ciò che è safety e security”. L’Italia, ha poi sottolineato Monteleone, “rappresenta una sorta di accademia, data la frammentazione del mercato che se da un lato impone di lavorare con un numero molto elevato di partner, dall’altro permette di sviluppare soluzioni mirate e su misura”.
Con Andrea Sorri, Director, Business Development Government, City Surveillance and Critical Infrastructures, che nel corso dell’evento ha moderato la tavola rotonda sulle Smart City, abbiamo focalizzato la nostra attenzione proprio su questo tema.
Sorri ci ha confermato che il nostro è tra i primi paesi al mondo per come approccia alla possibilità di utilizzare i servizi legati alle Smart City per poi offrirli alla collettività. Legato a questo concetto c’è quello di vivibilità, che comprende traffico, ambiente e sicurezza. La domanda di sicurezza è primaria da parte dei cittadini e proprio dalla tecnologia può venire una risposta adeguata. La capacità di rispondere prontamente alle chiamate è fondamentale per rendere le città sempre più sicure ed evolute.
Per quanto attiene alla sorveglianza in mobilità, ovvero quella utilizzata sui mezzi pubblici, Sorri ha sottolineato come questa venga ormai percepita dagli utenti come la continuazione del controllo svolto sul territorio cittadino e sia quindi accettata di buon grado.
La presenza nelle aree urbane di un numero crescente di videocamere implica però anche problemi di privacy e viene spesso avvertita dalle persone come un’intrusione nelle loro vite anche se, spiega ancora Sorri, “da una decina di anni a questa parte questa percezione sta cambiando. Prima si pensava che questa servisse a superare la mancanza di personale delle forze dell’ordine, oggi invece che le immagini sono utilizzate anche come supporto all’attività investigativa e forense, i cittadini ritengono la videosorveglianza più funzionale alla loro sicurezza”.
Sempre per quanto riguarda le Smart City, Sorri ha sottolineato come queste vadano studiate ed analizzate caso per caso, perché “ci sono esigenze e richieste diverse a seconda dell’area in cui si opera; se infatti ci sono problemi come microcriminalità o terrorismo che sono sostanzialmente globali, in Asia ci saranno peculiarità diverse rispetto all’Europa o al Sud America, anche per via della legislazione locale sulla privacy cui ci si deve adattare”.
“La grande sfida del futuro – ha concluso Sorri – è proprio quella di cambiare la percezione dei cittadini, che devono rendersi conto che le videocamere non sono installate per violare la loro privacy o per controllarli, ma per dare loro sicurezza”.
Con Pietro Tonussi, Business Developer Manager Southern Europe, abbiamo invece focalizzato l’attenzione su vari temi, partendo dal mondo del retail e sul nuovo uso che viene fatto delle videocamere di sorveglianza.
In questo ambito negli ultimi anni il concetto di videosorveglianza è profondamente mutato; fino a poco tempo fa infatti lo scopo era quello di prevenire i furti, oggi invece viene utilizzata sia per controllare il magazzino sia per evitare di rimanere sprovvisti di un singolo prodotto.
“Allo stato attuale la videocamera – spiega ancora Tonussi – è diventata un sensore, anche se forse chiamarla così è perfino riduttivo”. Quando si parla di ambiente retail, sia esso un magazzino o un negozio, “abbiamo uno strumento che ci dà informazioni mirate, ad esempio quante persone entrano in uno store in un determinato momento permettendoci di ottimizzare i turni dei lavoratori e facendo sì che in momenti di maggior presenza ci sia più personale pronto a seguire i clienti. Un concetto simile può essere applicato anche ai musei. Se ad esempio in una mostra vediamo che c’è una grande concentrazione di visitatori in una sala o davanti ad un’opera d’arte sarà lì che dovrà essere aumentato il controllo umano. Grazie a questo nuovo uso delle videocamere possiamo ottimizzare l’uso del personale ed il servizio che viene fornito”.
Un uso simile può essere applicato anche negli ospedali passando da una funzione di sorveglianza ad uno di safety “perchè– aggiunge Tonussi – tramite questi strumenti possiamo vedere ad esempio se un paziente cade a terra o ha bisogno di soccorso. Negli ultimi anni gli usi della videosorveglianza sono aumentati a dismisura, basta saper usare al meglio le possibilità offerte”.
In merito invece agli usi più tradizioni anche da questo punto di vista c’è stata un’evoluzione del mezzo, tanto che oggi è possibile identificare chi entra in un’area controllata con una risoluzione sempre maggiore; “mentre il mondo – sottolinea Tonussi – inizia a parlare di tecnologia 4K noi siamo già a telecamere Multisensore e Multimegapixel per avere un controllo totale dell’area che ci interessa. Queste tecnologie sono in grado di capire se ci sono assembramenti particolari o sospetti oppure movimenti improvvisi che potrebbero attirare l’attenzione di chi monitora le videocamere”. “La sorveglianza – precisa Tonussi – non aiuta a fermare il camion che si scaglia contro la folla, sia ben chiaro, ma ci aiuta a capire se in quel momento sta accadendo qualcosa di strano. É una magra consolazione ma è così”.
Ultimo incontro della giornata quello con Claudio Crippa, Sales Engineer di Axis, che ha ribadito come oggi l’azienda non si limiti più a fornire semplici videocamere ma “un servizio sempre più integrato e completo”. Crippa ha spiegato: “Con piccoli retailer stiamo realizzando dei progetti completi. Oggi la nuova frontiera in merito agli accessi nei negozi e negli spazi aperti è il riconoscimento dei volti, si tratta di una telecamera che ci inquadra, analizza il nostro viso ed è in grado di dirci quanti anni abbiamo ed il sesso”.
Con Crippa abbiamo poi rivolto la nostra attenzione alla sicurezza perimetrale e nello specifico alle telecamere a rilevazione termica che stanno assumendo un’importanza sempre maggiore nelle infrastrutture critiche, perché “in ambienti dove la temperatura deve rimanere bassa per evitare esplosioni o altri incidenti rilevare il surriscaldamento di un singolo componente diventa determinante per la sicurezza”.
Sempre riguardo a queste videocamere, sono stati ribaditi i grandi vantaggi offerti rispetto a quelle ad infrarossi: non hanno bisogno di luce, non fanno scattare inutili allarmi con piccoli insetti e soprattutto “hanno una copertura maggiore ed un consumo minore”.
Per quanto concerne la sorveglianza perimetrale, Crippa ha poi ribadito l’utilità di alert mirati in tempo reale: “Evitano allarmi inutili. Con telecamere ben posizionate si può vedere cosa sta accadendo in diretta e di conseguenza si interviene solo se realmente necessario”.
In merito ai nuovi sistemi con rilevazione audio, Crippa ha sottolineato come con diversi partner stiano sviluppando questo strumento e come lo sviluppo vada sempre più verso sistemi in grado di isolare il singolo rumore e decodificarlo distinguendo tra suoni diversi. Inoltre, ha aggiunto, “un sistema con più microfoni ben posizionati può aiutarci a capire, ad esempio, con precisione dove sia avvenuto un colpo di arma da fuoco”.