La leggenda metropolitana delle armi che sparano da sole

Premessa

Molto spesso gli organi di informazione ci riferiscono notizie simili alle seguenti: “… cadeva l’arma in terra ed accidentalmente partiva un colpo…”, “… mentre puliva l’arma inavvertitamente partiva un colpo…”, “mostrava l’arma ad un amico ed improvvisamente partiva un colpo…” e così via.

Si tratta di solenni inesattezze che denotano esclusivamente la profonda ignoranza in materia da parte di chi divulga la notizia.

Con questo articolo tenterò di spiegare come tutte le armi corte costruite negli ultimi 30 anni sparino esclusivamente quando viene premuto il grilletto fino in fondo, come previsto dalla loro progettazione.

Pertanto tutti gli incidenti cui si faceva riferimento all’inizio di questo articolo sono da imputarsi esclusivamente a chi maneggiava l’arma che, evidentemente, ha premuto il grilletto ritenendola scarica e rivolgendo il vivo di volata verso qualcuno cui non intendeva sparare.

Ovviamente sarà necessario un breve excursus tecnico circa il funzionamento di un’arma semiautomatica e sarà importante anche affrontare il discorso relativo all’aspetto psicologico legato al giusto approccio che occorre avere nei confronti di un’arma da fuoco.

Le armi semiautomatiche sono così chiamate poiché, ad esclusione del primo colpo che deve essere portato in camera di scoppio manualmente, dopo l’esplosione dello stesso tutte le munizioni successive vengono camerate automaticamente.

L’energia necessaria per consentire il ricaricamento, che viene chiamato ciclo funzionale dell’arma, viene prodotta dai gas generati dalla combustione della polvere da sparo contenuta nel bossolo a seguito di un procedimento che andrò di seguito a descrivere.

La munizione

La munizione è composta da una parte ottonata che si chiama bossolo ed ha funzione di contenitore, da una terminale che si chiama proiettile ed è composto principalmente in piombo nudo oppure rivestito (camiciato) da uno strato di metallo duro (blindatura), dall’innesco che quando percosso genera una fiammata attraverso il foro di vampa del bossolo che incendia e fa deflagrare l’ultimo componente della munizione e cioè la polvere da sparo chiamata carica di lancio.

Il ciclo funzionale

Si definisce ciclo funzionale di un’arma l’ordinato succedersi di fasi (o operazioni) che determinano la partenza di un colpo e la ripredisposizione dell’arma per la partenza del colpo successivo.

Il ciclo funzionale completo può essere sintetizzato nelle seguenti fasi:

  • cameramento della cartuccia in camera di scoppio;
  • scatto del grilletto e percussione dell’innesco;
  • deflagrazione, pressione e proiettile che inizia la separazione dal bossolo (poichè incontra una resistenza inferiore rispetto all’otturatore);
  • proiettile che lascia la canna in direzione del bersaglio mentre l’otturatore arretra trascinando con se il bossolo che è ancorato dall’unghia estrattrice;
  • apertura della canna con bossolo che batte contro l’espulsore volando via;
  • inizio dell’avanzamento del carrello otturatore per distensione della molla di recupero che in precedenza è stata compressa;
  • prelievo dal caricatore della munizione e suo riposizionamento nella camera di scoppio in chiusura con il vincolo meccanico.

Quindi, dato per scontato l’inserimento di un caricatore carico nell’arma, nelle fasi del ciclo funzionale avvengono i seguenti movimenti:

Armi con cane esterno

  1. armamento: l’otturatore, arretrando manualmente, arma il cane con la parte posteriore della nervatura di alimentazione e lo aggancia al controcane. Nel contempo si ha la massima compressione della molla di recupero.
  2. caricamento: lasciando l’otturatore, la molla di recupero si distende e spinge l’otturatore in avanti. La parte anteriore della nervatura di alimentazione sfila una cartuccia dal caricatore e la spinge sul pre-invito e sul piano d’invito della canna, sino ad introdurla nella camera di scoppio. In questa ultima operazione il fondello del bossolo scivola sotto l’unghia dell’estrattore.
  3. chiusura: l’otturatore, spinto dalla molla di recupero, termina la sua corsa chiudendo ermeticamente e meccanicamente la canna (vincolo meccanico).
  4. scatto e sparo: premendo il grilletto si ha una trazione della leva di collegamento che sposta il controcane. Il cane (in quel momento in singola azione) è libero di abbattersi sul percussore che, a sua volta, percuote l’innesco della cartuccia. Con l’arma predisposta in doppia azione, è necessaria una pressione sul grilletto maggiore (mediamente 5 kg. contro 2,5 kg.) e una corsa di un paio di centimetri contro qualche millimetro).
  5. apertura: la pressione prodotta dai gas di combustione della cartuccia fanno arretrare l’otturatore e la canna per qualche mm. (corto rinculo di canna) sino a che il sistema (diverso a seconda del tipo d’arma) li svincola. Questo fa arrestare il movimento della canna e fa continuare la corsa retrograda dell’otturatore comprimendo la molla di recupero.
  6. estrazione: l’otturatore, nella sua corsa retrograda, espelle il bossolo sparato tramite l’espulsore e arma il cane con la nervatura di alimentazione, agganciandolo al controcane.
  7. A seguito di ciò il ciclo funzionale si ripredispone così nella sua fase iniziale.

La sicura automatica sul percussore

Tutte le armi semiautomatiche costruite almeno negli ultimi 30 anni dispongono, tra le altre, della sicura sul percussore.

Vediamo di seguito perché è impossibile che una pistola spari se non viene premuto il grilletto.

Il percussore è quella parte meccanica che colpita dal cane va a percuotere (da qui il nome) l’innesco della munizione.

La sicura sul percussore è un semplicissimo meccanismo che blocca il percussore fino a che il grilletto non è completamente premuto e quindi c’è la chiara volontà di sparare. Una sicurezza di cui tutte le armi moderne sono dotate.

Vedremo di seguito il suo funzionamento su una Colt.

Nelle due foto seguenti si vede una “leva” che va ad alzarsi quando di preme il grilletto:

Leva a riposo (con grilletto non premuto)

Leva sollevata (con grilletto premuto a fondo).

Questa leva è collegata meccanicamente al grilletto e si può alzare solo se lo stesso è premuto sino in fondo.

Questa leva va a premere il piolo della sicura del percussore che è posizionato sul carrello.

Questo perno (tenuto premuto come nel caso del grilletto premuto a fondo), permette al percussore di avanzare.

In questa foto viene spinto con forza il percussore ma, come si vede, non essendo premuto il piolo della sicura al percussore lo stesso percussore resta bloccato e pertanto non riesce a raggiungere l’innesco.

Nella foto successiva, al contrario, dopo aver premuto la sicurezza viene spinto il percussore che è libero di fare la sua corsa.

Qui si vede il perno di sicurezza a riposo che blocca il percussore.

Per tutto quanto sopra, sintetizzando, è assolutamente impossibile che un’arma semiautomatica costruita negli ultimi 30 anni possa sparare se non viene premuto sino in fondo il grilletto.

Lo stesso tipo di sicura è presente anche su armi semiautomatiche senza cane esterno come ad esempio Glock (tutti i tipi), Walter P99, Beretta APX e simili.

Procedura di scaricamento

La corretta sequenza di scaricamento di una pistola semiautomatica è un’operazione essenziale nell’accertamento dello stato dell’arma e garantirne la sicurezza nel maneggio.

Nei poligoni di tutto il mondo, la prima cosa che viene insegnata ai neofiti è il rispetto della sicurezza riguardo le armi. Gli istruttori ricordano giustamente più volte questo argomento, ricordando continuamente agli allievi le norme di sicurezza e come manipolare correttamente l’arma.

La procedura consiste nell’accertamento dello stato dell’arma e la giusta sequenza occorrente a scaricarla, rendendo il suo stato visibile anche ad eventuali presenti. La difficoltà è data dai molteplici passaggi i quali, come un ferreo algoritmo, non possono essere invertiti o dimenticati.

Un’arma è da considerarsi sempre carica: pertanto occorre accertarci del suo reale stato.

Nel poligono la tranquillità data dall’avere un istruttore di tiro alle spalle che ci sorveglia farà in modo di portare a termine la procedura ma una volta a casa dobbiamo essere altrettanto sicuri di non fare movimenti superflui o peggio commettere qualche errore.

La principale norma di sicurezza recita testualmente: “considera l’arma sempre carica”. In base a questo postulato non diamo mai per scontato che l’arma sia scarica e l’accertamento deve diventare un riflesso condizionato da eseguire ogni volta che si viene in possesso di un’arma anche se l’arma, di nostra proprietà, è la stessa che abbiamo riposto nella cassaforte scarica la sera prima. A maggior ragione l’accertamento deve essere fatto quando qualcuno ci consegna un’arma in visione. Anche se l’amico che ce la porge dice che l’arma è scarica non possiamo fidarci: controlliamo. È meglio che l’amico rimanga offeso dai nostri gesti che da qualcos’altro anche perché dovrebbe essere proprio l’amico che ce la porge ad effettuare queste procedure.

Inoltre il termine “SCARICA” dovrebbe essere cancellata dal vocabolario di un possessore di armi a qualsiasi titolo.

La procedura corretta inizia individuando un luogo sicuro ove effettuare l’accertamento.

Chiariamo subito che in casa è difficile trovare un posto ottimale. Anche perché è quasi sempre impossibile avere un tubo di cemento armato di un metro di lunghezza, largo 30/40 cm e riempito oltre la metà di sabbia. Tale manufatto ornamentale non incontrerebbe i gusti della maggior parte delle consorti. E questo obbliga maggiormente a fare attenzione alle corrette procedure di manipolazione dell’arma.

Quindi bisogna trovare un posto che più si avvicina a quello ottimale.

Intanto bisogna essere soli perché la presenza di altre persone le espone ad un rischio che può essere tranquillamente evitato, ma soprattutto perché disturbano la nostra concentrazione. Probabilmente un posto che riduce la velocità del proiettile nel caso di una partenza accidentale di un colpo e di conseguenza rimbalzi pericolosi, sono gli armadi nei punti dove vengono riposti asciugamani o coperte. Ripetiamo che non sono posti ottimali ma meglio che niente e meglio soprattutto che fare queste procedure in un bagno dove le superfici sono tutte dure e i rimbalzi potenzialmente più letali. Evitiamo locali che presentino pareti dotate di rivestimenti marmorei o ceramici per scongiurare eventuali rimbalzi. Evitiamo di puntare l’arma verso finestre o porte.

Anche gli stessi angoli sono da evitare per effetto rimbalzo tipo biliardo.

Durante tutte le procedure descritte il dito sarà sempre tenuto fuori dalla guardia del grilletto. L’arma sarà impugnata con la mano forte e mai passata all’altra mano.

La prima operazione consiste nel togliere il caricatore dal suo alloggiamento, agendo sull’apposito pulsante di sgancio.

La seconda operazione consiste nell’arretrare il carrello più volte in modo tale che qualora ci si fosse dimenticati di togliere il caricatore, le munizioni continueranno a saltare fuori mettendoci in guardia che qualcosa non sta andando nel verso giusto. Molti colpi partiti inavvertitamente sono dovuti all’inversione di questa procedura: si arretra il carrello, si toglie il colpo ma quando il carrello riavanza, se non si è tolto il caricatore, preleva una nuova cartuccia e la porta in canna. Poi viene tolto il caricatore pensando di aver scaricato l’arma e allora succede l’irreparabile.

Quindi la seconda operazione può dirsi corretta se perlomeno si arretra 3 volte consecutivamente il carrello.

La terza operazione è quella di controllare visivamente la camera di cartuccia verificando che sia effettivamente vuota. Potrebbe capitare che l’unghia estrattrice si rompa e non tiri via la munizione dal suo alloggiamento e quindi di nuovo situazione pericolosa con l’irreparabile in agguato.

In poligono c’è l’obbligo di lasciare l’arma in apertura sul bancone quando non si sta sparando.

L’arma posta in questo stato, visibilmente scarica, tranquillizzerà anche eventuali presenti che non avessero assistito alle procedure di scarico.

La pistola rimarrà bloccata in apertura e l’eventuale cartuccia che sarà caduta nel palmo della mano, un opportuno accertamento visivo della camera di cartuccia completerà l’operazione e l’arma in questo stato sarà visibilmente scarica.

Ricapitolando:

Fare un uso corretto di un’arma non è cosa né particolarmente difficile né pericolosa. Richiede però attenzione, la conoscenza della teoria e l’applicazione costante e diligente di alcune tecniche elementari ma basilari e fondamentali.

  • considera l’arma sempre carica;
  • non la puntare mai contro qualcosa o qualcuno a cui non vuoi sparare;
  • tenere il dito lontano dal grilletto.

L’incidente mortale o il ferimento grave è il risultato della inosservanza contemporanea di queste tre regole. Sarebbe sufficiente rispettarne una e non si avrebbero conseguenze letali.

Si ringrazia per la consulenza tecnica il “Maestro” Franco Mancuso
mancusofranco@libero.it

 

A cura di: Andrea Bucci

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