eIDAS 2.0: Verso un’identità digitale europea sicura e interoperabile
L’evoluzione del quadro normativo europeo in materia di identità digitale ha visto un importante punto di svolta con l’approvazione del Regolamento eIDAS 2.0, che modifica il precedente Regolamento 910/2014 introducendo significative novità nell’ambito dell’identificazione elettronica e dei servizi fiduciari.
La principale innovazione consiste nell’introduzione del Portafoglio Europeo di Identità Digitale (European Digital Identity Wallet – EUDI Wallet), che rappresenta uno strumento fondamentale per garantire ai cittadini europei la possibilità di identificarsi digitalmente in modo sicuro ed interoperabile in tutta l’Unione. Il Wallet permetterà di gestire le proprie identità digitali, le attestazioni elettroniche degli attributi e di utilizzare servizi fiduciari qualificati come firme e sigilli elettronici.
Dal punto di vista della sicurezza informatica, il nuovo regolamento pone particolare attenzione ai requisiti di protezione dei dati e delle transazioni elettroniche. Il Wallet dovrà garantire il massimo livello di assurance (LoA high) secondo quanto previsto dall’art. 8 del regolamento, attraverso l’implementazione di robusti meccanismi crittografici e di autenticazione.
Un aspetto cruciale riguarda l’architettura tecnologica del sistema, che dovrà essere neutrale rispetto alle specifiche implementazioni ma al contempo garantire elevati standard di sicurezza. Il Framework di Architettura e Riferimento (ARF) definisce i requisiti tecnici che i Wallet dovranno soddisfare, con particolare focus su:
- Protezione crittografica dei dati memorizzati localmente
- Meccanismi sicuri di autenticazione degli utenti
- Protocolli di comunicazione cifrati per lo scambio di attributi
- Gestione sicura delle chiavi crittografiche
- Tecniche di selective disclosure per minimizzare i dati condivisi
La neutralità tecnologica del regolamento permetterà inoltre di evolvere nel tempo le soluzioni di sicurezza implementate, ad esempio per far fronte alle minacce derivanti dal quantum computing. L’approccio ibrido che combina crittografia classica e post-quantica viene considerato promettente per garantire la sicurezza anche in uno scenario di computazione quantistica avanzata.
Il regolamento prevede inoltre un framework di governance articolato, con organismi di supervisione nazionali e un gruppo di cooperazione europeo per il monitoraggio continuo degli aspetti di sicurezza. ENISA avrà un ruolo chiave nella definizione degli standard tecnici e nella valutazione delle certificazioni di sicurezza.
L’interoperabilità tra i diversi wallet nazionali sarà garantita attraverso specifiche tecniche comuni e l’adozione di standard condivisi. I fornitori di servizi fiduciari qualificati dovranno implementare interfacce standardizzate per l’integrazione con i wallet, seguendo le specifiche definite negli atti di implementazione.
Un elemento importante riguarda anche la gestione degli incidenti di sicurezza, con obblighi di notifica e procedure di risposta coordinate a livello europeo. Il regolamento rafforza il ruolo degli organismi di supervisione nel monitoraggio della sicurezza e nella gestione delle vulnerabilità.
La diffusione del wallet richiederà inoltre un’adeguata formazione degli utenti sugli aspetti di sicurezza e privacy. Il regolamento prevede infatti specifiche misure per garantire l’accessibilità e la facilità d’uso, mantenendo al contempo elevati standard di protezione.
In conclusione, eIDAS 2.0 rappresenta un importante passo avanti verso un’identità digitale europea sicura ed interoperabile. Il successo dell’iniziativa dipenderà dalla corretta implementazione dei requisiti di sicurezza e dalla capacità di evolversi per fronteggiare le nuove minacce informatiche. La governance multilivello e il framework tecnologico neutrale forniscono le basi per costruire un ecosistema di identità digitale affidabile e resiliente.
L’impatto del regolamento sarà significativo sia per le pubbliche amministrazioni che per il settore privato, richiedendo importanti adeguamenti tecnologici e organizzativi. La standardizzazione delle soluzioni di sicurezza e l’adozione di best practice condivise saranno fondamentali per garantire un’implementazione efficace ed omogenea in tutta l’Unione Europea.