Bambini e Internet: sistemi di protezione della navigazione in Rete e indicazioni comportamentali nell’utilizzo dei Social Media

Oggi è impensabile poter fare a meno di Internet e dei Social. A partire da un oggetto potentissimo (smartphone) siamo tutti in qualche modo interconnessi, sempre e ovunque. La prima cosa che vediamo al mattino all’atto del risveglio (anche solo per chiudere la sveglia che abbiamo attivato) e l’ultima quando ci addormentiamo per verificare eventuali notifiche su Whatsapp o Facebook. Dalla prenotazione di un treno o di un albergo, alla verifica in tempo reale della farmacia di turno, all’aggiornamento delle notizie ultima ora della cittadina in cui si vive, al video tutorial che ci spiega come risolvere un qualunque problema che ci si è presentato durante la giornata, al pagamento di una bolletta del gas e la verifica dei nostri movimenti bancari. In questo scenario, dal quale nessuno di noi è esente pena rimanere estromessi dalla comunicazione con gli altri, oltre che rallentare enormemente la risposta alle nostre domande e bisogni quotidiani soddisfatti notevolmente prima grazie all’evoluzione tecnologica.

A quale età iniziano i bambini a utilizzare Internet e i Social

Già dai primi anni di vita i genitori acquistano un tablet tagliato su misura che diventa la “babysitter virtuale” sostitutiva di videocassetta o dvd con i cartoni o videogiochi per tenere il bimbo impegnato. Non stupisce dunque vedere una bambina di un anno sfogliare un giornale muovendo le dita, cercando le icone, ma non vedendo una risposta come sul tablet chiede se è rotto.

Da incontri fatti lo scorso anno all’interno delle Scuole italiane (primaria e medie) per conto dell’azienda G Data Italia, da un indagine statistica fatta direttamente sul campo è emerso che oltre il 90% dei ragazzi fra 9 e 13 anni possiede già uno smartphone e utilizza Whatsapp come sistema di messaggistica (cui si aggiunge Snapchat impiegato da oltre il 20% dei ragazzi). Al più tardi dalla quinta elementare tutti hanno almeno un dispositivo abilitato alla navigazione (tablet/computer/mobile) e ogni classe (circa il 50% delle quinte, ma il 100% dalle prime medie) ha un gruppo privato su Whatsapp. In termini social, un buon 70% è iscritto a Instagram e il 20% a Facebook, ove pubblica informazioni riservate, tra cui dati anagrafici e recapiti. Fra le ragazzine delle medie in crescita l’utilizzo della piattaforma di condivisione social Musical.ly dove i ragazzi pubblicano video “cantati” in playback o di persona della durata di quindici secondi.

L’età suggerita per l’iscrizione al SOCIAL resta 13 anni. All’ingresso nel SOCIAL qualunque esso sia si devono in primis conoscere le dinamiche di pubblicazione dei contenuti, dunque impostare da subito bene le opzioni di privacy e sicurezza, dosando al minimo i dati personali inseriti in fase di iscrizione (quelli obbligatori impostarli non visibili a terzi). Per evitare possibili furti d’identità impostare una password efficace differenziata rispetto ad altri servizi utilizzati e modificata qualche volta durante l’anno. Imparare a custodire gelosamente le proprie password di accesso evitando di passarle all’amico/a del cuore. Inizialmente giusto condividere la password di accesso con mamma e papà.

Quale il ruolo di un buon genitore

immagine dal web

Questa generazione di ragazzi, denominati “iperconnessi tecnoager” fruiscono dei moderni strumenti tecnologici (smart TV, smartphone, console, lettore mp3, tablet e computer), sovente fino ad arrivare all’abuso incondizionato e all’isolamento sociale. Fra i più grandi esponenti del mondo informatico, Bill Gates ha affermato di non aver concesso uno smartphone ai propri figli prima dei 14 anni dosandone comunque l’utilizzo. Tim Cook di Apple ha confermato di avere un nipote adolescente al quale pone limitazioni nell’utilizzo dello smartphone inibendo l’iscrizione ai Social.

“Screen Time, cioè il tempo trascorso davanti a uno schermo, oggi è diventato forse uno dei principali rischi di un utilizzo incontrollato di Internet e dei Social. E’ importante non lasciare i nostri figli da soli a “drogarsi” di Youtube, Instagram e Snapchat. Internet se fatto utilizzare e gestire nel modo corretto (USO e non ABUSO) è il miglior luogo del mondo per trovare qualcosa cui appassionarsi e per trovare, seguendo criteri di verifica affidabilità dei contenuti, sempre una risposta alle proprie domande.

Il giorno stesso in cui viene regalato al proprio figlio un oggetto importante quale può essere lo SMARTPHONE, occorre essere quantomeno al corrente di ciò che si deve fare per istruirlo a dovere al fine di utilizzarlo nel modo migliore possibile limitando al massimo i rischi derivanti da un utilizzo errato.

Informarsi, proteggere, dare regole, educare. E non finisce qui. Aggiornarsi costantemente e monitorare l’attività dei propri figli quantomeno sino a quando non riterremo opportuno che possano muoversi con le loro gambe senza la nostra supervisione. Noi adulti abbiamo il dovere di educarli ad un uso corretto di Internet e dei Social. Come gli insegniamo ad attraversare la strada e a non dare confidenza agli sconosciuti nella vita reale la stessa cosa dobbiamo imparare a fare nell’approccio al digitale. Questo Dov’è Gianni al riguardo spiega bene il concetto.

Ricordiamoci poi che i ragazzi seguono il modello e non le “pappardelle teoretiche” che gli predichiamo molte volte senza dare una spiegazione logica del perché si deve fare o meno una determinata cosa. Dunque diamo il buon esempio dimostrando di rispettare noi stessi le regole che diamo, magari evitando di rispondere al telefono mentre pranziamo con loro oppure di ‘whatsappare’ mentre stiamo condividendo con loro qualche ora del nostro tempo al parco giochi.

Altra cosa importante che un buon genitore dovrebbe fare, evitare di postare sul Social di riferimento immagini del figlio. Stiamo regalando alla Rete, cioè a perfetti sconosciuti tutta una serie di informazioni che sarebbe forse meglio tenere riservate, quantomeno farlo ma con maggior parsimonia e moderazione impostando ai massimi livelli la privacy. Quello che una volta era il vecchio album di famiglia corredato di informazioni aggiuntive (amici e luoghi frequentati, scuola di appartenenza, altri dati personali e sensibili) viene pubblicato sui Social senza immaginare che un domani un perfetto sconosciuto potrebbe conoscere più cose di nostro figlio ormai ventenne che non i parenti i più stretti.

Come tutelare i bambini durante la navigazione

Esiste un problema generalizzato oggi all’interno della famiglia italiana. Manca la consapevolezza di ciò che sono i rischi reali derivanti dalla visione di video, immagini e contenuti estremamente diseducativi, ancor più se la visione avviene nella prima infanzia. Il rischio è quello di generare assuefazione, di abbassare la soglia di sensibilità dei bambini i quali poi a 13 anni ritengono normale mettere in pratica loro stessi ciò che hanno visto sin dall’età di 7-8 anni per mancanza di controllo e supervisione durante l’utilizzo o banalmente delle giuste protezioni.

Fondamentale installare dunque agli inizi SEMPRE un parental control, controllo genitori, filtro famiglia che dir si voglia; ogni genitore che si rispetti dovrebbe installarlo sul dispositivo (tablet/smartphone/PC/console giochi) del proprio figlio implementandone le impostazioni sino all’età di 12 anni. Ormai viene fornito di base anche con l’antivirus che viene acquistato. Svolgendo in questo periodo attività di formazione nell’ambito del progetto “Cyberbullismo 0 in condotta” all’interno delle scuole italiane riporto come esempio la suite “Controllo Minori” che consente di evitare ai bambini di finire su contenuti inadatti, di far utilizzare il/i dispositivi messi a disposizione del figlio solo in determinati giorni/fasce orarie indicate, di bloccare mediante “restrizioni” l’eventuale installazione di APP di qualunque natura esse siano (dovrò io genitore digitare la password a lui sconosciuta per procedere all’eventuale installazione).

Soluzione Controllo Minori

Esistono comunque in Rete diverse soluzioni più o meno efficaci, a pagamento e gratuite e a tal riguardo suggerisco il sito web www.ilfiltro.it sul quale sono riportati i principali sistemi di controllo parentale esistenti attualmente.

Quando iniziare a formare i bambini già a scuola sull’utilizzo dei nuovi media

Svolgo da diversi anni attività nelle scuole facendo formazione per conto di aziende o in proprio su progetti mirati alla prevenzione cyberbullismo, rischi e pericoli della Rete. Ritengo che argomenti quali la Netiquette, la privacy, la protezione dei dispositivi e dei dati, la protezione dell’identità digitale, l’affidabilità dei contenuti in Rete siano temi che debbano essere affrontate già nella Scuola Primaria laddove il bambino, è pronto ad assimilare meglio le nozioni trasmesse facendole sue. Una sorta di alfabetizzazione e educazione civica digitale per ridurre al minimo i rischi sfruttando al massimo le enormi potenzialità e risorse che la Rete ci mette a disposizione. Il 6 febbraio è stata la giornata internazionale di sensibilizzazione dei rischi della Rete (Safer Internet Day). Lo slogan della giornata è “Crea, Connetti e Condividi il RISPETTO: un Internet migliore comincia da te”. Partiamo da qui per cercare di trasmettere ai bambini di oggi l’importanza di sfruttare il loro potenziale, la loro creatività nella vita di ogni giorno, pubblicando e condividendo contenuti, rispettosi del pensiero altrui, andando a incrementare l’enorme patrimonio di risorse e potenzialità positive già presenti sulla RETE. Insegniamo loro a diventare parte attiva distinguere l’informazione affidabile e attendibile dalla disinformazione.

A cura di: Mauro Ozenda

Profilo Autore

Consulente Informatico, esperienza ventennale settore scuola. Formatore con skill Social Media e Sicurezza Minori in Rete. Co-autore del libro "Sicuri in Rete" (Hoepli) e della fiaba "Un computer dal cuore saggio (Edigiò).

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